Dal punto di vista organizzativo, hanno sottolineato Marco Corsi e Francesca Merighi, SACMI ha predisposto un team di specialisti cyber interno che lavora in stretta collaborazione con il Security Operation Center esterno di Yoroi, che è dedicato alla risposta diattacchi informatici 24 ore al giorno 7 giorni su 7, ed alla rilevazione di vulnerabilità tecniche e organizzative anche con simulazioni “preventive” di sicurezza.
“Il controllo sulla strategia e sulle azioni da intraprendere in caso di minacce resta in capo all’azienda, ha sottolineato Marco Ramilli, CEO e fondatore di Yoroi. “Quella che noi mettiamo a disposizione è la capacità di analisi tecnica basata sulla continua evoluzione dell’attaccante”, modalità di crimine informatico in sostanza sempre più raffinate ed evolute, con un punto d’osservazione privilegiato derivante “dalle circa 200mila postazioni di lavoro che attualmente controlliamo come Yoroi”.
Al termine dell’incontro anche una simulazione di cyber attacco. Con una conferma: almeno il 50% del rischio informatico, se non oltre, dipende dal “fattore umano”, quindi da una insufficiente cultura della cybersicurezza in capo al singolo dipendente, collaboratore, partner. Ecco perché, hanno concluso i relatori, occorre trattare il rischio informatico come un “rischio operativo aziendale” ed investire sulle relative competenze.